Il Mandato di Studio in Parallelo (MSP)

Metodologia del concorso e criteri di selezione

La definizione degli indirizzi per il quadro pianificatorio, relativa al nuovo quartiere, è avvenuta attraverso un “Mandato di studio in parallelo” (MSP) che ha consentito di mettere a confronto diverse proposte e idee progettuali, sviluppate contemporaneamente, ma in modo indipendente le une dalle altre. Il MSP è stato gestito da un Comitato Direttivo, composto dai rappresentanti della Città di Bellinzona, del Cantone Ticino e delle FFS, che si è avvalso di una Direzione generale di progetto condotta dalla Città di Bellinzona.
Le valutazioni sono state affidate ad un Collegio di esperti formato da cinque professionisti indipendenti e da rappresentanti dei committenti.
Al concorso di prequalifica per il MSP, su bando pubblico internazionale, si sono iscritti dieci gruppi interdisciplinari. Tra questi la Delegazione d’Autorità, su proposta del Collegio di esperti, ne ha selezionati cinque. Dal processo sono così scaturiti progetti assai differenti tra loro. È stato quindi possibile paragonare proposte molto diverse sotto tutti i punti di vista: nell’analisi del contesto, nell’approccio progettuale, nel rapporto con i quartieri limitrofi e con il centro storico, nelle soluzioni urbanistiche e paesaggistiche e nelle strategie di sviluppo. In questo modo il Collegio di esperti ha potuto individuare la soluzione più in linea con gli obiettivi e completare la propria raccomandazione con indicazioni che riguardano il futuro processo di sviluppo. Tutte le decisioni del Collegio di esperti sono state prese all’unanimità.
Sulla base del progetto scelto e approfondito, spetterà alla Città di Bellinzona procedere all’allestimento della variante di Piano regolatore secondo le norme stabilite dalla Legge sullo sviluppo territoriale.

 

Team ammessi

Dal concorso di prequalifica sono stati ammessi alla fase di progettazione i seguenti cinque team:

  • ARGE KCAP&STUDIO VULKAN KCAP (TEAM A)
  • BELLINZONA CITTÀ IN MOVIMENTO (TEAM B)
  • OFFICE KERSTEN GEERS DAVID VAN SEVEREN + L’AUC + MOSBACH PAYSAGISTES (TEAM C)
  • SA_PARTNERS / TAMASSOCIATI / FRANCO GIORGETTA ARCHITETTO PAESAGGISTA (TEAM D)
  • TEAM SAM (TEAM E)

I team sono presentati in esposizione (vedi Tour virtuale dell'esposizione) in ordine alfabetico e la numerazione riportata è utile unicamente ai fini dell'esposizone quale riferimento in alcuni testi.

 

Svolgimento e fasi

Il “Mandato di studio in parallelo” si è svolto sull’arco di sei mesi con due colloqui intermedi che hanno permesso ad ogni gruppo interdisciplinare di affinare la propria proposta in base ai commenti e agli orientamenti indicati dal Collegio di esperti, con il supporto di consulenti specialistici.

Dal processo sono così scaturiti cinque progetti differenti tra loro.

Al termine delle presentazioni finali esposte da tutti i gruppi, il Collegio di esperti ha discusso e deliberato, in un rapporto conclusivo, le raccomandazioni da porre all’attenzione della Committenza in vista della pianificazione del Nuovo Quartiere Officine di Bellinzona.

La visione sulla quale progettare insieme

Un progetto urbanistico in linea con gli obiettivi

Il Collegio di esperti all’unanimità identifica questo progetto come soluzione più in linea con gli obiettivi.

A seguito delle raccomandazioni del Collegio di esperti  all’attenzione della committenza, sono stati richiesti al team sa_partners / TAMassociati / Franco Giorgetta Architetto Paesaggista alcuni specifici approfondimenti relativi alla proposta inoltrata nella fase di  “Mandato di studio in parallelo”, che hanno dato origine al progetto qui presentato.

Il piano urbanistico ideato per questo progetto, frutto della logica evoluzione di lungimiranti visioni creative e di riflessioni attente e puntuali, permetterà nel corso degli anni la trasformazione graduale dell'area e la creazione di un nuovo quartiere, progettato facendo capo a singoli concorsi d’architettura. Coerentemente con le trasformazioni in corso nella Città di Bellinzona, si vuole infatti dar vita ad un quartiere moderno e attento alle questioni ambientali, capace di favorire l’integrazione con le aree circostanti e un’armoniosa coesistenza tra la memoria storica di un passato centenario e un futuro costruito su criteri architettonici ed urbanistici al passo con i tempi e in costante evoluzione. Una grande opportunità per dare nuovo impulso sia a Bellinzona che a tutta la regione e per sviluppare attività economiche di interesse per tutto il Cantone.

Gli edifici e gli elementi illustrati nelle tavole servono unicamente per fornire una percezione indicativa del progetto e non vanno quindi interpretati come soluzioni definitive. Sarà la nuova base pianificatoria che determinerà i parametri edificatori sulla base dei quali poi sviluppare dei progetti architettonici tramite concorsi d’architettura.

 

Assonometria del progetto raccomandato

Assonometria del progetto raccomandato

Gli edifici e gli elementi illustrati nelle tavole servono unicamente per fornire una percezione indicativa del progetto e non vanno quindi interpretati come soluzioni definitive. Sarà la nuova base pianificatoria che determinerà i parametri edificatori sulla base dei quali poi sviluppare dei progetti architettonici tramite concorsi d’architettura.

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Caratteristiche chiave del progetto

Impulso verde

Impulso verde

Il grande parco al centro del quartiere, denominato  “Almenda” (1), si configura come un ampio spazio pubblico urbano, bene comune e primo impulso per lo sviluppo del progetto e la rinascita vitale dell’area.

Qui si riconoscono e si generano valori fondanti quali la qualità di vita, la produttività biotica, la biodiversità, il contributo attivo a contrastare la vulnerabilità climatica, la socialità, le occasioni di processi aperti e condivisi.

Un luogo strategico che connette visualmente e idealmente Castelgrande alla “Cattedrale”, simboli della Città storica.

All’ingresso da Via Ludovico il Moro un’adeguata struttura ospiterà servizi di pubblica utilità (2).

Impulso verde

Cattedrale e Parco dell’innovazione

Cattedrale e Parco dell'innovazione

La “Cattedrale” (3), verso la quale il grande parco confluisce e grazie alla sua centralità, diventa monumento dinamico e magnete attrattivo all’interno di un comparto dove conoscenza, ricerca e tecnologia, artigianalità e cultura, residenzialità e tempo libero si incontreranno.

Nella storica struttura, che sarà rivitalizzata e valorizzata, si prevedono contenuti misti quali un importante spazio culturale per eventi, mostre e spettacoli, serre per la coltivazione di ortaggi in piccoli spazi, ristoranti e bar, uffici condivisi e residenze sperimentali.

L’adiacente area accoglierà il Parco dell’innovazione (4), con spazi dedicati alla ricerca e allo sviluppo di startup, laboratori in collaborazione con le università e aziende innovative, mentre in altri stabili si insedieranno Strutture scolastiche (5).

Tutto ciò costituirà un importante collante sociale in un’area dalla forte impronta innovativa.

Cattedrale e Parco dell’innovazione

Alloggi ad uso misto

Alloggi

Il progetto prefigura uno sviluppo equilibrato di tipologie architettoniche pensate secondo una logica di offerta abitativa diversificata (6), capace di promuovere la convivenza intergenerazionale e culturale sia per la comunità di Bellinzona che per i nuovi cittadini. Si prevede un sistema aperto capace di accogliere anche tipi di alloggi innovativi quali: cooperative a pigione sostenibile, abitazioni condivise o temporanee a prezzi accessibili, open space ad uso sia abitativo che professionale.

Alloggi ad uso misto

Porta del Ticino

Porta del Ticino

L’edificazione ad uso misto (7) lungo la ferrovia rafforza il nucleo interno della città con una chiara impronta verso est, caratterizzata da funzioni complementari di tipo commerciale, amministrativo, didattico e di ricerca avanzata.

La stazione FFS (8) assume il ruolo di perno centrale in un articolato sistema pedonale e di mobilità sostenibile che collega il centro storico alle nuove aree di espansione della città a est e a ovest della ferrovia.

Porta del Ticino

Concetti chiave del progetto

Identità e nucleo urbano

Il nuovo quartiere beneficerà di molte e articolate ricadute positive, quali:

  • un intervento moderno ed esemplare con un giusto equilibrio tra densità edilizia e spazi pubblici, sostenibile dal punto di vista ecologico e ambientale;
  • la convivenza tra residenze, istruzione, lavoro e cultura;
  • un grande parco con la “Cattedrale” come fulcro per la vita urbana e luogo di aggregazione e svago della comunità;
  • la stazione ferroviaria come perno centrale e cerniera all’interno della città;
  • il collegamento visuale tra Castelgrande (Patrimonio UNESCO) e la “Cattedrale”;
  • un alto grado di mobilità sostenibile (trasporto pubblico, percorsi pedonali e ciclabili).

Identità e nucleo urbano

Clima ed ecologia

Nel nuovo quartiere l’impatto sull’ambiente sarà ridotto al minimo da una serie di fattori combinati,
quali:

  • l’adattamento microclimatico a fronte degli aumenti di temperatura previsti per la regione
  • la funzione quale futura fonte di “aria condizionata” e polmone verde per la Città da parte dell’Almenda, grazie alla sua dimensione e alla collocazione allineata ai venti della valle;
  • un miglior utilizzo di risorse naturali, fonti energetiche rinnovabili, spazi aperti, edifici esistenti;
  • un’economia circolare fatta di consumo collaborativo e produzione di energia distribuita;
  • la conservazione e l’attivazione della biodiversità.

Clima ed ecologia

Abitare e stile di vita

Il nuovo quartiere risponde al cambiamento dei nuovi modi di vivere propri del nostro tempo. In quest’ottica si promuoveranno:

  • un’offerta abitativa diversificata capace di promuovere la convivenza intergenerazionale e culturale;
  • la diversificazione dei gruppi residenti e attivi nell’area che produrrà ricchezza sociale nella diversità;
  • l’accessibilità economica come valore inclusivo.

Abitare e stile di vita

Comunità, pubblico e privato

Il successo del Nuovo Quartiere Officine dipenderà dagli investimenti della Città di Bellinzona, del Cantone Ticino e delle FFS e dalla motivazione ad abitare, vivere e condividere il nuovo spazio urbano. In questo senso le persone attraverso le loro competenze e capacità di collaborazione, saranno impegnate a:

  • formare una visione futura condivisa;
  • sviluppare uno spazio urbano secondo aspirazioni e bisogni adattabili nel tempo e in base alle mutevoli esigenze dell’ambiente di vita, di lavoro e della mobilità;
  • creare processi partecipativi che guideranno l’attivazione e lo sviluppo della Cattedrale e degli spazi pubblici;
  • sviluppare iniziative puntuali e di sponsorizzazione  (ad es. per alberature e arredi) che consentiranno di appropriarsi in anticipo della vasta area di sviluppo, con particolare riferimento alla creazione dell’Almenda.

Comunità, pubblico e privato

Lavoro e produzione

La trasformazione sociale e tecnologica riporterà la produzione in città, il nuovo quartiere contribuirà a stimolare nuove modalità di lavoro e produzione grazie a:

  • ambienti ad uso misto quale bene comune;
  • spazi di co-working e produzione urbana, che sostituiranno uffici e fabbriche;
  • condivisione economica che creerà più valore con lo stesso numero di risorse;
  • creazione di startup e attività di ricerca;
  • produzione biotica (agricoltura urbana, cibo locale, giardini urbani);
  • industria 4.0;
  • consumo e-commerce.

Lavoro e produzione

Obiettivi strategici per la sostenibilità e la resilienza urbana

Compensazione e produzione biotica
Il progetto propone di compensare la perdita di superficie biotica attraverso una dotazione importante di verde urbano e pensile.

Obiettivi sostenibilità
Si prevede che il progetto tenda ad allinearsi al protocollo “Aree 2000 Watt”, e nello specifico:

  • 100% di energia rinnovabile,
  • 2’000 Watt di energia primaria per persona,
  • zero emissioni di gas serra legate all’energia utilizzata.

Obiettivi di sostenibilità energetica
A partire dagli obiettivi “standard” prefissati si prevede di sviluppare sul lungo termine una nuova generazione di tecnologie e materiali da costruzione viventi.

Obiettivi sostenibilità e resilienza urbana

Processo di trasformazione

Lo sviluppo del quartiere avverrà attraverso varie fasi

L’ampio lasso temporale previsto per la trasformazione (che durerà decenni), rappresenta un’importante sfida affinché si possa garantire la realizzazione del progetto con coerenza, secondo gli obiettivi prefissati e i dettami che verranno stabiliti dal Piano regolatore.

Per questo motivo il Collegio di esperti ha raccomandato ai tre partner, Città di Bellinzona, Cantone Ticino e FFS, di definire una chiara condotta che consenta il controllo di tale trasformazione nel tempo.

In particolare è stato consigliato di:

  • predisporre uno strumento di garanzia della qualità e della coerenza d’insieme nella realizzazione;
  • elaborare un “Manuale delle Officine” che stabilisca regole precise per il processo di trasformazione;
  • realizzare e gestire, in modo coordinato e possibilmente comune, le infrastrutture e l’approvvigionamento energetico;
  • comunicare e coinvolgere, in ogni fase della progettazione, la popolazione e i vari portatori d’interesse.

Avvio

Utilizzo temporaneo e progressiva demolizione degli edifici dismessi.
Contemporanea creazione dell’Almenda e rivitalizzazione della “Cattedrale”.

Verranno dunque demoliti gli edifici esistenti, per i quali la riconversione e il relativo restauro risultano economicamente non sostenibili, aprendo così l’area e determinando lo spazio necessario per un primo impulso al progetto. In questo modo si creerà fin da subito un valore aggiunto pubblico e un primo marchio di identità.

Attivazione

Sistemazione definitiva del Parco dell’innovazione e delle strutture scolastiche di terzo livello.
Sviluppo e realizzazione delle abitazioni e degli stabili amministrativi su ambo i lati dell’Almenda.

Consolidamento

Sviluppo del quartiere in base alle esigenze.

Questa fase sarà strutturata in base al reale fabbisogno e in funzione dell’evoluzione sostenibile per tutte le aree, ivi inclusa quella di Pedemonte. Saranno criteri economici, ecologici e sociali a determinare i risultati del consolidamento del centro città.

Tour virtuale

Il Quartiere Officine lo immaginiamo così

Raccolti i risultati del sondaggio che ha permesso a chi vive o lavora a Bellinzona di esprimersi a proposito del futuro del comparto. Il progetto «Porta del Ticino» convince la maggior parte dei partecipanti; ora il Municipio valuterà le idee e gli aspetti critici emersi.

Risultati sondaggio

Con 447 risposte pervenute alla Città si è concluso il sondaggio inviato a tutti i fuochi per dare la possibilità alla popolazione di esprimere la propria opinione sul futuro del comparto che attualmente ospita le Officine FFS. Dopo l’ottimo riscontro ottenuto in occasione dell’esposizione allestita in Piazza del Sole per illustrare i risultati del Mandato di studio in parallelo (con 4'500 visitatori in tre settimane), anche in questo caso la partecipazione è stata buona, permettendo di ottenere risposte da un campione significativo di persone, delle quali l’80% abita in Città e il 50% vi lavora.

Il 65% dei partecipanti condivide la visione del progetto «Porta del Ticino – Urban Living Lab» scelto dal collegio di esperti: il 40% si dice molto favorevole e il 25% piuttosto favorevole. Il 16% di risposte dà opinioni contrarie; gli altri esprimono invece riserve nei confronti del progetto. I dati sull’età dei partecipanti dicono che vi è maggior condivisione nella fascia compresa tra 18 e 39 anni, e maggior scetticismo tra gli over 60.

Ricordiamo che la proposta comprende un ampio ventaglio di contenuti che si prevedono di insediare nell’area delle Officine FFS che spaziano dalle residenze, agli uffici, ai commerci, alla fruizione culturale, alle scuole e al Parco dell’innovazione. Nel sondaggio erano pertanto toccati vari aspetti sui quali era richiesto di esprimere, su una scala da 1 a 10, la propria approvazione o disapprovazione, con la possibilità facoltativa di aggiungere commenti o suggerimenti puntuali. I dati sul consenso – come si è visto generalmente positivi – sono sintetizzati nel grafico in basso.

Per quanto riguarda i commenti, la spinta a formulare osservazioni aggiuntive rispetto all’indicazione del consenso da 1 a 10 è stata decisamente più marcata tra contrari o scettici, rispetto ai favorevoli. Per tale ragione i commenti contengono soprattutto preoccupazioni o suggerimenti che in generale esprimono l’auspicio di uno sviluppo armonioso del nuovo quartiere, il quale dovrebbe rappresentare una continuazione del centro cittadino.

Dall’analisi delle osservazioni critiche, assai variegate anche se minoritarie nel complesso delle risposte, emergono alcuni elementi ricorrenti come ad esempio un paventato sovradimensionamento del quartiere. C’è chi teme la nascita di un insediamento eccessivo nei contenuti e nella dimensione degli edifici rispetto agli spazi verdi e al resto della Città, con conseguente aumento del traffico. Il numero e la tipologia delle costruzioni sono strettamente legati anche al timore di una gestione immobiliare troppo orientata alla redditività, in particolare alla luce della situazione del mercato immobiliare già sotto pressione, anche se il progetto punta espressamente a favorire la convivenza intergenerazionale e culturale, così come nuove forme di abitazione (cooperative a pigione moderata, residenze temporanee o condivise, ecc.).

Il mantenimento della Cattedrale è condiviso e il tema ha destato molto interesse: tra le svariate proposte che vengono avanzate, in molti desiderano veder insediate attività culturali, quali ad esempio concerti, spettacoli, mostre, ma anche laboratori artigianali e workshop, in un contesto multifunzionale e aggregativo. Alla politica si chiede di definire obiettivi chiari circa il suo utilizzo. Per quanto riguarda il parco Almenda viene suggerito di inserire panchine e tavolini, punti di ristoro, fontane, specchi d’acqua e spazi dove si possano praticare attività sportive, ma anche culturali all’aria aperta. La richiesta è che si tratti di un parco aperto, fruibile da parte di tutti i cittadini.

Altri contenuti che vengono auspicati nel quartiere sono appartamenti adatti agli anziani, cooperative di abitazione a pigione moderata, strutture pubbliche dedicate all’istruzione e alla sanità, centri di ricerca in medicina e start up nelle nuove tecnologie, permettendo così la creazione di nuovi posti di lavoro. Di fatto, tutti contenuti che sono ampiamente previsti e compatibili con la destinazione indicata nel progetto prescelto.

A livello ecologico e ambientale vi è condivisione e interesse da parte dei partecipanti, sebbene alcune osservazioni esprimano dubbi sugli ipotizzati giardini verticali, tetti verdi e coltivazioni urbane, mentre viene chiesto ancora più impegno per quanto riguarda la sostenibilità energetica del comparto. Le risposte al sondaggio saranno esaminate e valutate nell’ambito dei lavori di allestimento della variante di Piano regolatore, che sarà sottoposta al Dipartimento del territorio per esame preliminare, in modo da giungere idealmente verso la fine dell’anno corrente, dopo un ulteriore momento di informazione pubblica, al voto in Consiglio comunale per la sua adozione. La variante dovrà poi essere approvata dal Consiglio di Stato. Essa fungerà da base per la progettazione dei singoli lotti tramite concorsi d’architettura. La realizzazione del nuovo quartiere avverrà poi a tappe, sull’arco dei prossimi decenni, a partire dal 2026 quando è previsto che sia messo in esercizio da parte delle FFS il nuovo stabilimento industriale a Castione.